La produzione dell’olio presso l’Oleificio Il Castello rispetta la normativa e gli standard di qualità, che impongono l’impiego esclusivo di metodi meccanici.

Infatti, il processo di lavorazione dell’oliva è di natura esclusivamente meccanica.

La prima fase consiste nel conferimento ed avvio alla lavorazione che avviene entro 48 ore della raccolta.

Le olive, dunque, con apposito nastro trasportatore, passano nel raggio d’azione del defogliatore che provvede ad eliminare foglie, residui di terra o rametti.

Successivamente nella vasca di lavaggio le olive vengono lavate grazie ad alcuni flussi d’aria che arricchiscono il flusso di acqua di bollicine  per aumentare l’agitazione dell’acqua e renderla più efficace nella capacità di sciogliere piccoli grumi di terriccio eventualmente presente.

La fase successiva è la frangitura o molitura, che attraverso frangitore a doppio martello, schiaccia la drupa dell’olivo rendendola pastosa, preparandola  per la lavorazione nelle gramole.

Nello step successivo si passa alla gramolazione, un’operazione che segue la frangitura ed ha lo scopo di impastare e amalgamare la pasta di oliva.
La gramolazione avviene a temperatura controllata che non supera mai i 28°C, in modo ta ottenere una lavorazione a freddo.
La temperatura della gramola può essere impostata a seconda dell’esigenza del cliente.

Terminato il processo di gramolazione che dura circa un’ora, la pasta passa attraverso un separatore/centrifuga, detta decanter (Decant Elephant 470/3 Pieralisi) che separa le 3 componenti della drupa:

  1. la sansa vergine di oliva, la cui componente viene poi inviata alla separatrice di nocciolino di cui la parte solida (il nocciolo) viene insacchettata e venduta come combustibile per il riscaldamento domestico (termocamini e caldaie). Mentre la parte restante, polpa e buccia, insieme alle foglie precedentemente separate, viene ritirata da centrali locali di biogas, dove viene sviluppata energia elettrica o gas metano per auto trazione;

  2. l’acqua di vegetazione che viene utilizzata come fertilizzante agricolo;

  3. mosto oleoso.

Quest’ultimo viene inviato ad un separatore centrifugo verticale che attraverso la rotazione, separa l’olio dai residui acquosi ancora presenti.

Nell’ultima fase si procede con l’imbottigliamento dei nostri oli. 

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